Le caratteristiche di un probiotico
“di qualità”
1. Una corretta identificazione del microrganismo
La classificazione di un microorganismo è un requisito fondamentale per garantirne la sicurezza e l’efficacia. Le azioni dei probiotici sono infatti ceppo-specifiche, per questo è importante conoscere “nome e cognome” del ceppo che stiamo assumendo e la relativa capacità di interagire col nostro organismo.
2. Adeguate quantità di cellule vive
I microrganismi probiotici devono essere presenti in quantità adeguate in maniera da poter colonizzare l’ambiente intestinale. Sulla base delle evidenze scientifiche disponibili, e come riportato anche nelle Linee Guida sui Probiotici e Prebiotici del Ministero della Salute Italiana (revisione maggio 2018), la quantità minima per ottenere una temporanea colonizzazione dell’intestino è generalmente di almeno 1 miliardo di cellule vive per giorno.
3. Capacità di attraversare vivo il tratto gastrointestinale e colonizzare l’intestino
Uno dei requisiti fondamentali affinché un microorganismo possa essere definito “probiotico” è quello di attraversare vivo il tratto gastrointestinale ed arrivare vivo e vitale a livello intestinale.
Affinché ciò avvenga i microrganismi presenti all’interno di alimenti e/o integratori alimentari devono, dunque, avere la capacità di resistere agli acidi dello stomaco ed ai sali biliari.
Una volta giunto a livello intestinale, il probiotico deve poi essere in grado di aderire alla mucosa intestinale e riprodursi.
Per dimostrare che un probiotico è effettivamente in grado di sopravvivere al transito gastrointestinale, di moltiplicarsi e colonizzare l’intestino dell’uomo, possono essere condotti degli studi detti di “recovery”, nei quali le cellule di probiotico vengono ricercate nelle feci.
4. Capacità di apportare un beneficio all’ospite
I probiotici possono portare numerosi benefici all’ospite agendo a vari livelli. Infatti, come dimostrano diversi studi clinici, favorendo l’equilibrio della flora batterica intestinale, essi possono risultare utili in molte situazioni, quali ad esempio:
– diarrea da terapia antibiotica
– diarrea da infezioni di patogeni o virus
– infezioni da Helicobacter pylori
– malattie infiammatorie intestinali
– allergie
– disturbi e infezioni del tratto urogenitale